L’energia reattiva riguarda quei dispositivi che per funzionare hanno bisogno di un campo magnetico, ovvero motori elettrici, macchine professionali, lampade a neon, ma anche televisori, frullatori e computer. Questa energia non viene effettivamente utilizzata per produrre lavoro utile, ma viene comunque trasportata sulle linee, aumentando le perdite di rete e la spesa per il trasporto. Non è possibile eliminarla completamente, ma si possono adottare degli accorgimenti per diminuire i valori e quindi evitare le nuove penali, imposte a tutti gli operatori, dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente.
Con delibera ARERA, viene introdotta una nuova penale per tutti gli operatori sull’energia reattiva immessa in rete. Si applica a clienti con potenza disponibile superiore a 16,50KW in BTA6 e MT, ma la principale novità è che si applica anche alla fascia F3 ovvero dal lunedì al sabato, dalle 23.00 alle 7.00, domenica e festivi.
Oltre ai nuovi addebiti che possono avere anche un impatto più o meno importante a livello economico, ciò che va considerato è che un impianto non adeguatamente fasato e dunque con valori di energia reattiva molto alti è un impianto che tendenzialmente consuma di più di quanto dovrebbe. Quanto di più? Dipende dal valore del cosiddetto COSFI (coefficiente di sfasamento) che in alcuni casi trovate in bolletta o eventualmente si può calcolare.
Laddove il COSPHI sia inferiore ad un determinato valore (0,70) il distributore può chiudere il contatore, mettendo a rischio la continuità della vostra attività.
Questa energia viene comunque trasportata sulla rete elettrica nazionale e genera perdite sulla distribuzione. Maggiore è l’energia reattiva del tuo impianto e più il costo del trasporto dell’energia elettrica.
Per il distributore questo comporta un danno economico che viene dunque ribaltato al cliente in forma di penale. Verifica sulla tua bolletta se è presente questa voce.
F1 e F2
F3 dal 1°Aprile 2023
F1 e F2
F3 dal 1°Aprile 2023
Le nuove bollette, come quella di Barton Energy, consentono di verificare il grado di sfasamento dell’impianto. In alcuni casi viene indicato infatti il cosφ (il fattore di potenza, che dovrebbe essere ricompreso tra 0,9 e 1 (il che vuol dire che l’impianto è in fase).
In caso non sia presente alcun riferimento in bolletta, è possibile contattare un tecnico per la misurazione.
Lo sfasamento non potrà mai azzerarsi, perché serve a far funzionare l’intero impianto e i macchinari che lo compongono. Si può limitare con un rifasamento dell’impianto, ovvero attraverso l’istallazione di un rifasatore che genera energia reattiva che non viene prelevata dalla rete. Un impianto rifasato oltre ad evitare le penali, è più performante e consuma meno.
Contatta l’agente più vicino alla tua azienda.
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